I primi molari permanenti erompono attorno ai sei anni, aggiungendosi ai denti decidui del bambino.
L’eruzione dei denti definitivi avviene quindi in una età nella quale lo spazzolamento risulta meno efficace e spesso, anche a causa del limitato sviluppo del cavo orale, più difficile.
Tutto ciò può determinare una prevalenza di batteri cariogeni (streptococchi mutans e lactobacilli) rispetto a specie saprofite che, se associata a una dieta ricca di carboidrati fermentabili e a un inadeguato flusso salivare, aumenta il rischio di carie.
I batteri, infatti, per vivere e riprodursi utilizzano gli zuccheri introdotti con la dieta e producono acidi in grado di abbassare il ph della saliva (sotto i 5,5) e al contempo di demineralizzare lo smalto.
Sono quindi necessari trenta minuti alla saliva, grazie al potere tampone, per riequilibrare il ph (a valori maggiori di 5,5) e indurre una deposizione di sali minerali (rimineralizzazione), che contrasta con la perdita della fase precedente.
Dipende tuttavia dalla frequenza degli attacchi acidi l’eventuale perdita dei tessuti duri del dente che può arrivare alla carie. Secondo la letteratura recente i solchi dei molari permanenti sono a più elevato rischio nei quattro anni seguenti all’eruzione del dente e, tra i 5 e i 17 anni, più dell’80% delle carie riguarda la superficie occlusale dei denti.
La sigillatura dei solchi e delle fosse della superficie masticante rappresenta un ottimo sistema di prevenzione primaria della carie, che raggiunge la massima efficacia se eseguita subito dopo l’eruzione completa del dente. La tecnica consiste nella semplice detersione dei solchi (limitandone in questo modo la preparazione con frese o mediante sabbiatura solo in presenza di decalcificazioni) e nella loro chiusura meccanica con resine composite (materiale di elezione) o cementi vetro-ionomerici (in grado anche di rilasciare ioni fluoro). I primi si utilizzano quando, con l’utilizzo della diga, si riesce ad avere un controllo assoluto dell’umidità in fase di applicazione del materiale, i cementi invece nel caso in cui non sia possibile.
Applicate sui molari, sui premolari ed in alcuni casi sulla superficie palatale degli incisivi, le resine composite impediscono la colonizzazione batterica di queste zone di irregolarità dello smalto. Il 74% dei solchi dei denti trattati con questa metodica si mantiene sano a distanza di 15 anni.
Durante i successivi controlli, che effettuiamo con cadenza semestrale o annuale, a seconda della cario-recettività del bambino, verranno rivalutate le sigillature per controllarne l’integrità.